Una doccia veloce, mi lavo i vestiti e sono al tavolo con Daniele. Ci conosciamo ed in 10 minuti programmiamo la tappa di domani.
Scopro che anche Daniele ha incrociato Carlo. Ha avuto anche la fortuna di bersi una birra con lui. Mi dice che sono rimasti in contatto e che in questo momento lui è 65 chilometri più avanti di noi. Ripensando che ieri ero nella stessa città con Carlo, realizzo quanta strada abbia fatto in più di me. Pazzesco!
Durante la cena conosciamo Franco, pellegrino anche lui, che sta percorrendo la Via Francigena a piedi. Ci racconta un po’ di lui e capiamo subito che è un buon camminatore. Mi anticipa che, siccome siamo compagni di camerata, l’indomani lui partirà alle 6 del mattino!
L’ostello è piccolino, immerso negli ulivi. È un vecchio contesto religioso ristrutturato a spese di un’associazione di volontari. Le due persone che lo gestiscono hanno una pazienza e forza di volontà infinita. Mi raccontano che nei periodi di maggior affluenza hanno anche 50 persone. Per loro quella sera è una serata molto tranquilla: saremo, sì e no, una quindicina.
Dopo cena ci sediamo nel cortile interno dell’ostello. Piano piano conosciamo tutti i pellegrini. C’è una coppia di tedeschi, una ragazza olandese e perfino un giapponese. Ci salutano a mano a mano che vanno a dormire.
Rimaniamo fino a notte fonda, sopra di noi una notte stellata da paura.