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DAY #8: Vetralla > Roma 91km

A colazione uno dei volontari del centro accoglienza mi rifila anche un pezzo di focaccia per il viaggio. La gentilezza di tutte le persone incontrate fin qui mi lascia un bellissimo segno nel cuore. Non lo dimenticherò facilmente.

Da Vetralla parto in direzione Formello, ultima tappa prima di Roma. Pronti via e mi ritrovo in mezzo ad una foresta maestosa. Rimango stupefatto dall’imponenza delle piante che mi si parano davanti.

Dopo qualche chilometro arrivo ad un bivio e per la prima volta da diversi giorni non vedo indicazioni. Avevo con me una freccia adesiva del percorso da tenere come ricordo, ma decido che è meglio utilizzarla in quel punto. La cerco per 10 minuti buoni ma non la trovo. In compenso due gatti affamati miagolano venendomi incontro. Do loro un pezzettino di focaccia e riparto. In quel momento vedo l’indicazione attaccata ad un albero, oscurata dai rami che nel frattempo erano cresciuti.
400 metri dopo penso che avrei potuto tagliare quei rami, per far sì che quelli dopo di me non avessero più il mio stesso problema al bivio.
Per la prima volta in 8 giorni torno indietro. Non era ancora mai successo. Faccio un bel lavoretto di potatura, pulito, e riparto soddisfatto.

Con il caldo che fa, viaggio con riserve idriche importanti, ma ad ogni fontana riempio sempre la borraccia che utilizzo maggiormente.
Stavo per ripartire dall’ennesima fontana quando arriva un’auto, ad una certa velocità, guidata da una giovane donna con due figli al seguito.
Stavi a morí!?” mi dice dal finestrino abbassato, in perfetto accento romano.
Mentre si riempie le bottiglie chiacchieriamo piacevolmente. Interrotto qualche volta dalla curiosità dei bambini che mi chiedono se stessi guidando una bici od un motorino.
Mi saluta dicendo: “goditi questa libertà!” con quella scintilla negli occhi.

Attraverso campi e boschi. La vegetazione è notevolmente cambiata rispetto alla Toscana, e si vede.
Arrivo a Campagnano di Roma e per entrare in paese c’è un ultima salita del 18%. Sulla guida c’è chiaramente scritto di farla spingendo la bici a mano, per cui salgo sui pedali ed inizio a pedalare fortissimo. Giungo quasi metà e perdo il ritmo. Scendo e con il fiatone spingo la bici fin in cima, dove c’è una fontana. Mi faccio una doccia, mangio, prendo l’acqua e riparto.

Alle 15:15 sono presso l’ostello di Formello. Il gestore, un ragazzo giovane, mi permette di fare un giro tra i reperti storici presenti all’interno della struttura. Nel frattempo valuto se fermarmi o ripartire. Mancano 35 chilometri a Roma, e qui non c’è nessun ciclista.
Per cui riparto alla volta della Capitale. Una lunga e calda tirata, ed alle 18:30 sono davanti al centro di accoglienza pellegrini in zona Trastevere. Non lo trovo facilmente ma il gestore di un locale mi da, per ben due volte, le indicazioni per individuarlo.

Suono al citofono di un piccolo portone grigio. Poco dopo il portoncino si apre.

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