Aspetto Emiliano per colazione per cui smonto e preparo l’equipaggiamento con calma. Danno pioggia, oggi e domani, quindi tengo a portata di mano la roba pesante.
Dopo colazione, e 2 chilometri di bici mi fermo a Marina Roseto per fare una foto ad un castello che si affaccia sul mare. Avendo rotto il cavalletto della bici, la appoggio temporaneamente su di un muretto che da sullo strapiombo della spiaggia sottostante. Mentre cerco l’inquadratura migliore, una coppia di Torino in macchina mi chiama dall’altro lato della strada per chiedermi informazioni. Faccio in tempo a finire di spiegargli la strada che vediamo la bici muoversi in avanti e cadere di sotto.
Quasi non credo ai miei occhi, ma senza pensarci un istante mi butto giù dietro la bici. È finita più in basso di una ventina di metri, quasi sulla spiaggia. Scendo all’altezza della bici ed inizio a smontare la borsa principale. Di riportare su tutto insieme manco se ne parla.
Tempo due minuti e sono nuovamente in cima, ma dei signori in macchina nessuna traccia. Io non sarei riuscito ad andarmene avessi assistito ad una scena del genere. Ma fortunatamente non siamo tutti uguali.
Al giro successivo stacco le due borse laterali, con una mano mi porto la bici su di una spalla ed inizio a risalire. Mi aggrappo, con l’altra mano, ad ogni roccia disponibile, e quando non ce ne sono, pianto le dita nel terreno per cercare di tirarmi su. Faccio uno sforzo titanico, scivolo più volte anche perché in questo caso i sandali non aiutano. Con una forza di volontà incredibile, riesco finalmente a sbucare in cima.
Mi giro, e le due borse laterali hanno compiuto il resto della discesa per arrestarsi sulla spiaggia sottostante.
Tanto ormai, peggio di così non poteva andare. Faccio ancora due giri per recuperare tutto l’equipaggiamento e finalmente inizio a guardare la bici.
Miracolosamente si è storto solo il parafango anteriore. Faccio un po’ di leva con le mani e lo raddrizzo. Il resto è tutto a posto. Anche le borse, tolto qualche graffio, sono stranamente intatte.
Rimonto tutto per la seconda volta nella stessa mattinata, e dopo aver finalmente fatto le foto che volevo fare, riparto. Almeno il riscaldamento l’ho già fatto!
Attraverso il paesino di Nova Siri. È un paese pieno di persone anziane, sedute sulle panchine all’ombra, che guardano la gente passare per strada.
Studiando il percorso nei mesi precedenti alla partenza, sapevo che ci sarebbero stati alcuni tratti di strada interdetti alle bici. Tra consigli spassionati ed indicazioni un po’ vaghe però, riesco a percorrere il minor tratto di superstrada possibile. Senza neanche accorgermene passo il confine e sono in Basilicata.
Ho appena terminato una deviazione di 15km, per NON percorrerne 2 sulla superstrada che vedo, in direzione opposta alla mia, due ciclisti ben equipaggiati. Siamo divisi da una superstrada a quattro corsie, ma io sono leggermente più in alto, sul cavalcavia.
Alzo un braccio e nello stesso momento anche uno di loro alza un braccio urlando “heyyy!”
Li raggiungo e scopro che sono due cicloturisti uno tedesco ed uno americano, che si sono da poco incontrati a Bari. Il più anziano, Jerry, ha superato i 10’000 chilometri in bici attraversando la Cambogia, mentre il ragazzo più giovane ha percorso come me quasi 2’000 chilometri sulle coste italiane. Hanno ritmi e destinazioni diverse, ma percorrono un tratto insieme. Oltre le foto d’obbligo, ci scambiamo informazioni sulla tratta, perché la costa lucana è la meno ciclabile in Italia.
Jerry mi fa i complimenti per l’equipaggiamento, e nel dirmi che ha appena spedito un pacco di roba invernale in America, mi da un paio di suggerimenti utili per la sicurezza della bici nella prosecuzione del mio viaggio.
Sono entrambe persone che trasudano energia, hanno una grinta ed un entusiasmo fuori dal comune. Mi vengono i brividi mentre riparto dopo averli salutati.
Se non avessi avuto l’intoppo della bici questa mattina, e non avessi scelto di deviare per 15km dal tracciato, non avrei mai avuto l’opportunità di incontrarli. Non tutti i mali vengono per nuocere, mi dicevano da piccolo.
Continuando a pedalare tra controplanari e viabilità di servizio per evitare la strada principale arrivo a Policoro. Qui vedo un fruttivendolo a lato della strada e rallento per vedere se ha della frutta che mi possa servire. Non la trovo, ma poco più avanti c’è un biciclettaio. Mi fermo, e decido di entrare per chiedere informazioni sul tratto stradale. Il proprietario del negozio di bici, cartina alla mano, mi indica il percorso fino a Matera, ed oltre. Per più di 80 chilometri. Che persona straordinaria!
Io ovviamente prendo appunti, e mi segno tutto. Sostanzialmente avrò solo più due tratti di superstrada, ma mi rassicura dicendomi che anche la polizia è a conoscenza del fatto che non ci siano altre soluzioni, per cui chiude un occhio quando passano i ciclisti.
A sto giro, tra vento pioggia e poi di nuovo caldo arrivo a qualche chilometro da Matera. Sono nel bel mezzo di una salita quando due cani iniziano a corrermi dietro. Uno piccolo e impestato mentre l’altro è un maremmano. Ho già 120 chilometri nelle gambe, questa volta non accelero. Il più piccolo mi passa davanti mentre il maremmano continuando ad abbaiare, si mantiene dietro. Punto la ruota anteriore verso il più rognoso, che si schiva ma continua a corrermi davanti abbaiando come un matto.
Procedo allo stesso ritmo continuando a guardarmi davanti e dietro per non perderli di vista. Dopo qualche centinaia di metri desistono, ma sta volta mi hanno fatto sudare un attimino!
Arrivo a Matera che sono distrutto. La salita finale, mi ha quasi ucciso. Lo spettacolo naturale che c’è intorno però, merita tutta questa sudata.
Faccio un paio di giri in centro e poi mi sposto dalla zona turistica per trovare qualcosa da mangiare a basso costo. Nel frattempo aspetto che il proprietario di una stanza di Couchsurfing mi risponda. Trovo un pizzaiolo che con 5€ mi da una pizza, patatine ed una lattina.
Mi siedo in contemporanea con un altro signore allo stesso ed unico tavolino disponibile fuori.
Quante probabilità c’erano che mi capitasse una guida turistica della città di Matera, che oltre a raccontarmi tutto sulla città e la sua storia, mi dice anche dove e cosa comprare per pranzo domattina, e cosa vedere nel tragitto da Matera ad Alberobello?
La vita, a volte, è davvero straordinaria.