Al mattino trovo tutti i locali indicatomi dalla guida turistica della sera prima. Con 7,50€ faccio colazione con un po’ di frutta, e prendo da mangiare per due giorni.
In un rettilineo poco dopo Matera, un camionista inizia a distanziarsi di parecchio per sorpassarmi. Poco prima che mi superi alzo un bracco per ringraziarlo e lui di rimando mi suona due volte. Sembra una cavolata, ma lo spostamento d’aria provocato da un camion, soprattutto se con il rimorchio come in questo caso, può sbalzarti fuori careggiata.
Il paesaggio che mi lascio alle spalle è incantevole, ci sono sterminati campi di grano ormai mietuto che si perdono all’orizzonte. Mi fermo spesso per fare un sacco di foto. Fortunatamente la statale per Alberobello è poco trafficata per cui mi godo senza sosta il paesaggio. Eccezzion fatta per i tafani che cercano di divorarmi vivo in una salita. Sembro un pazzo mentre sbraccio a destra e a sinistra per evitare di farmi morsicare.
A Gioia del Colle mi fermo in piazza per riprendere un po’ fiato. Seduti a pochi metri di distanza ci sono i soliti vecchietti all’ombra, che guardano la gente passare. In dieci minuti che rimango fermo lì, non capisco una sola parola del loro dialetto.
Arrivo ad Alberobello e vado diretto a mangiare in un locale consigliatomi dal mio amico Luca. Il posto è in centro, ma lontano dalle strade battute dai turisti. Appoggio la bici fuori dalla porta ed entro per vedere se hanno posto. Il ragazzo che mi accoglie, mi dice: “vuoi sederti qui, così puoi guardare la bici”
Rimango un po’ spiazzato da questa affermazione, ma poco dopo mi confessa di essere anche lui un ciclista.
Ne segue, tra un servizio ed una portata, una bella discussione sulla strada che dovrò affrontare per arrivare a Monopoli.
Visitato Alberobello, e ricevuto i complimenti da parte di una ragazza, solo perché stavo salendo in cima al Monte dei Trulli con la bici carica, prendo la via per Monopoli e Polignano al Mare.
Entrambi hanno uno splendido centro storico, molto caratteristico di queste zone, che per anni sono state sotto la dominazione spagnola.
Proseguo per la mia strada ancora un po’ nella speranza di trovare il posto giusto per dormire. Vedo poco prima di Mola di Bari, una strada sterrata che porta in un ampio parcheggio a due passi dal mare. Mi ci butto a capofitto, ed arrivo sulle pietre della spiaggia con la bici.
Dopo il bagno conosco Francesco, produttore di uva da tavola, che mi rassicura sul fatto che il posto è tranquillo per trascorrerci la notte. Mi fa, inoltre, assaggiare un po’ della sua uva, che si era tenuto da parte per sé. Squisita!
Mi racconta che per otto anni ha lavorato a New York nel settore della ristorazione. Alla mia domanda sul perché è tornato in Italia, mi risponde con una semplicità ed un sguardo disarmante: “per il mare“.
Lo capisco benissimo, il mare pugliese ha indubbiamente il suo fascino. E l’opportunità di poter andare in spiaggia fino al tramonto, una volta terminato il lavoro, può valere un prezzo così alto.
Quando resto solo monto la tenda e mangio prodotti tipici materani.
Anche questa sera, lo spettacolo è assicurato. Mentre faccio un paio di chiamate il sole tramonta, regalandomi delle sfumature rosate nel cielo molto intense.