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DAY #22: Cozze > Stornara 144km

Mi sveglio all’alba in uno dei contesti più belli che abbia mai visto fin’ora.
Il sole è basso sul mare, l’acqua piatta, la temperatura è perfetta. Lo scenario è da film.

Mi fermo a far colazione in un bar alla periferia di Bari. La particolarità di questo bar è che hanno tutte brioches vuote, e te le riempiono sparandogli dentro quello che richiedi. Con 1,70€ faccio la solita colazione, e riparto verso il centro. Visti velocemente i principali monumenti, prendo la strada per Bitonto, ma mi fermo ancora una volta per comprare un po’ di focaccia barese dietro suggerimento di Francesco.
Mi tocca aspettare ben sette minuti perché esca dal forno. Quand’è pronta ne prendo due pezzi ed il primo inizio a mangiarmelo fuori dal negozio, appoggiato alla bici.
Mentre mangio, mi sento toccare una spalla, mi giro e trovo un signore che mi passa un sacchetto dicendomi: “queste sono per il viaggio”.
Sono quattro mele, e lui è il titolare del negozio di frutta situato di fianco alla panetteria davanti alla quale stavo mangiando.
Finisco di mangiare, e torno indietro per ringraziarlo. Si chiama Raffaele, e con un gesto semplicissimo mi illumina la giornata.

Riparto su una strada statale molto trafficata. Fortunatamente dopo qualche chilometro ci sono dei lavori in corso per cui si crea una bella coda che io supero agilmente passando nella corsia destinata ai mezzi del cantiere.
Ad un certo punto si para davanti a me un camion dei lavori che procede al passo. Nel vano posteriore c’è un ragazzo che sta srotolando il filo, per poi fare diritta la linea di demarcazione della carreggiata.
Gli chiedo se posso attaccarmi, e mi fa cenno di sì con la testa.
Mi faccio trainare per circa un chilometro scambiando due parole con questo ragazzo. Fa un caldo pazzesco e mi rivela che non possono fare questo lavoro di notte perché questa strada è scarsamente illuminata. Non lo invidio per nulla.
Quando si fermano ringrazio e riparto.

Appena arrivato a Bitonto vengo fermato da un gruppo di ragazzi, che dopo avermi chiesto da dove stessi arrivando, mi danno mille indicazioni su cosa vedere nella loro città. Faccio pranzo all’ombra della imponente Cattedrale Maria SS. Assunta, e poi riprendo in direzione Castel del Monte.

Patisco un po’ la tratta iniziale per via del caldo, ma non la salita finale per arrivare in cima. La vista è favolosa, mi fermo quasi un’ora per fare foto e video.
Quando riparto è un po’ tardi e devo ancora farmi 56 chilometri per arrivare a casa del mio collega Davide.

Attraverso Canosa di Puglia, dove tutti mi guardano con aria curiosa e divertita. Sembra che non abbiano mai visto una bici equipaggiata in questo modo.
In un gruppo di signori, ne sento uno avanzare l’ipotesi che la mia bici avesse un motorino, ma non faccio in tempo a rispondergli che subito un altro gli dice che quella che uso ha solo i pedali. Meno male penso io.
Al paese successivo, Cerignola, per fare prima sono costretto a fare un tratto di strada contromano. Un ragazzo senza casco in motorino mi urla qualcosa che però io non capisco. In ogni caso non gli do retta.
Mi faccio gli ultimi 10 chilometri al crepuscolo e con le luci accese per arrivare a casa del mio collega.

Cena a base di prodotti tipici e locali, come piace a me. L’idea di uscire sfuma con il prolungarsi della serata.
Sono parecchio stanco e mi addormento in un attimo.

Record di chilometri!

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