GrossOnTour

DAY #23: Stornara > Mattinata 66km

Dopo un po’ di levatacce, finalmente una sveglia normale. Faccio colazione con estrema calma, e termino di preparare la bici per la partenza.
L’ospitalità pugliese mi conferma il fatto che al sud hanno una marcia in più. C’è ancora quel minimo di apertura spontanea verso il prossimo che da noi, al nord, proprio non c’è. Salutata la famiglia di Davide, riparto in scioltezza verso Foggiamare.

Mi lascio trasportare dai ritmi blandi del mattino pugliese, pedalando con leggerezza in mezzo a uliveti e infiniti campi di viti.
Verso l’ora di pranzo mi soffermo all’ombra di un distributore oramai in disuso. C’è già una macchina ferma per lo stesso motivo. È una famiglia di Lecco, in pausa pranzo, appena arrivata per trascorrere le ferie in Puglia. Mi fermo a chiacchierare con loro per una buona mezz’ora. Una delle due figlie si offre volontaria a seguirmi in macchina nel caso facessi un’altra vacanza di questo genere. Nel dubbio, lo terrò a mente!

Riparto in direzione Manfredonia e finalmente trovo una panchina all’ombra per poter mangiare pranzo. Ho appena finito di mangiare e stavo per iniziare a scrivere quando un signore in macchina, con un grosso frigo nel baule, si ferma davanti a me per chiedermi se potevo aiutarlo. Senza pensarci su salgo in sella e lo seguo per almeno un isolato.
C’è da portare per due rampe di scale il frigo, ma siccome lui non riesce chiama il nipote a darmi una mano. Con non poca fatica riusciamo nell’impresa di mettere questo frigorifero sul terrazzo di casa.
Mi chiede se voglio una birra o dei soldi, ma rifiuto. Accetto però, molto volentieri, dei cetrioli ed un po’ di fichi appena raccolti.
Tornando indietro evito di rifermarmi sulla stessa panchina, non sia mai che passi uno di quei camion per i traslochi.

Proseguo per qualche chilometro ed arrivo ad una frazione prima di Manfredonia, dove vedo una spiaggia libera abbastanza tranquilla. Mi fermo sul lungo mare con l’intenzione di scrivere, e mi siedo per terra all’ombra della mia stessa bici. Di nuovo, però, non ho tempo di incominciare che un signore viene a chiedermi una sigaretta. Dall’aspetto ha l’aria di uno senza fissa dimora, ma alla domanda se mi andasse di parlare un po’ rispondo in modo affermativo.
Si siede anche lui per terra di fronte a me, ed inizia a raccontarmi della sua ragazza. Mi dice che per poter andare a letto con la sua ragazza deve darle 10€. Quando accenna ad un’altra ragazza e mi fa l’occhiolino capisco che questo è una specie di pappone polacco che sta cercando di rifilarmene una. Mentre parliamo, mi indica una zona alla sua sinistra, e mi fa notare che una delle sue “ragazze” sta tornando accompagnata da un signore italiano che chiameremo Alberto.
Entrambi si siedono vicino a noi, e dopo le presentazioni spiego quello che sto intraprendendo. La ragazza parla solo polacco, ma conosce le solite quattro parole di italiano. Alberto invece ha lavorato per anni in Germania, per cui finiamo a scambiare due parole in tedesco.
La situazione è del tutto surreale.
Ad un certo punto della conversazione, il pappone arriva a chiedermi se faccio uso di droga. Alla mia risposta: “mi fa schifo solo a pensarci!” mi dice in polacco che “sono un ragazzo dal cuore buono“.
Inizia ad essere tardi, per cui cerco una scusa per dileguarmi. Alberto, mentre si alza da terra, mi fa chiaramente il cenno di andarmene. Non me lo faccio ripetere due volte, e con una bella stretta di mano prendo la bici e riparto.
Mentre pedalo ripenso ancora a questo incontro, davvero senza senso.

Arrivato al fondo della passeggiata di Manfredonia chiedo indicazioni ad un ragazzo che lavora come parcheggiatore. Tra i vari consigli mi dice di fare molta attenzione alla bici nella zona di Vieste, perché due giorni or sono gli hanno rotto un finestrino della macchina.
Nel frattempo, dalla spiaggia si alza un signore per venire a chiedermi da dove vengo, e dopo le solite formalità mi saluta dicendomi di fare attenzione alla pelle, e se ne torna dal suo gruppo di amici.
Tempo un minuto e torna indietro con due bottiglie di acqua fresca, dicendomi che sono offerte dalla combriccola. Li ringrazio affettuosamente da lontano e riparto, seguendo le indicazioni che mi sono state date dai presenti.

Una volta imboccata la via costiera verso Mattinata, cerco una strada per le spiagge. Ma in questo tratto ci sono solo lidi o campi di ulivi che terminano a picco sul mare. Dopo una accurata ricerca, finalmente trovo una deviazione per la spiaggia. In fondo inizia un percorso stretto, giusto giusto per la bici, che scende dolcemente verso il mare. Alla fine di questo sentiero incontro due coppie, e con una scusa inizio a fare due parole. Nello scambio reciproco di informazioni, mi dicono che questo posto è tranquillo e che di notte non c’è nessuno. Proprio quello di cui avevo bisogno.

Una bella cena a base di frutta, e mi preparo per la notte. Mi sistemo al riparo di un pino, ma sopra di me, la luce delle stelle è così intensa che riesco a vederle attraverso le fronde.

Con il rumore delle onde in sottofondo mi addormento poco dopo.

Succ Articolo

Precedente Articolo

Lascia un commento

© 2024 GrossOnTour

Tema di Stefano Grosso