Riparto di prima mattina, ma il cellulare non funziona. Non capisco se è un problema di rete oppure del telefono. Provo un reset al volo ma non ottengo nulla, per cui mi affido alla cara e vecchia cartina.
In direzione Vieste incontro, dopo qualche chilometro, una coppia mattiniera almeno quanto me che mi mette subito sulla strada giusta.
Inizio a salire, a scendere, ed a risalire di nuovo. In cima all’ennesima salita mi avventuro per un paio di chilometri per una strada sterrata che mi porta ad un punto panoramico dal quale si gode di una vista niente male.
Purtroppo però in quella direzione non posso proseguire con la bici per cui torno indietro.
Il parcheggiatore di ieri mi aveva detto che non sarebbe stato semplice, ma che mi sarei divertito. Beh, aveva ragione!
Questo tipo di strada, asfaltata e con poco traffico mi piace da morire.
Inoltre il paesaggio naturale che mi circonda è davvero meraviglioso. Sapevo che il Gargano sarebbe stato molto bello, ma non immaginavo così tanto.
Prima di Vieste, oltrepasso alcune calette che sono raggiungibili solamente con la barca. Faccio parecchie foto, perché l’acqua è di diverse tonalità di azzurro.
A 25 chilometri da Vieste, però, le scorte idriche quasi si esauriscono, quindi, appena entro nella città inizio a cercare una fontana e dopo una sudata ricerca la trovo in cima ad una salita.
Noto un piazzale all’ombra e faccio pranzo con un’ottima pasta al tonno ed una burrata appena comprata.
Passato il caldo torrido delle ore di punta riparto e, nuovamente, si ricomincia a salire.
Dopo un altro paio di saliscendi importanti arrivo a Peschici, dove una coppia di ragazzi mi riconosce perché dice di avermi superato in macchina questa mattina.
Siccome è già tardi faccio un giro veloce nel centro storico e proseguo in cerca di un posto per la notte.
Lo trovo su di una spiaggia libera, dove riesco ancora a fare il bagno, la doccia e cenare con una bella insalata di cetrioli.
Dopo un paio di foto al tramonto, collasso senza rendermene conto.