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DAY 27#: Ortona > Grottammare 113km

Prendo il caffè con Angelo che deve partire subito per andare a lavoro. Rimango per una mezz’ora buona a chiacchierare con i suoi genitori. Sono due persone cresciute a contatto con la terra che coltivano da una vita. Lo si vede anche dalle rughe sul volto: il segno di una esistenza dedicata al duro lavoro, e l’esperienza tramandata di generazione in generazione.
Non mi lasciano ripartire senza due panini per il viaggio ed un po’ di frutta.
Saluto anche questa splendida famiglia, che mi ha accudito per un giorno. Non scorderò mai la stretta di mano della mamma di Angelo: stretta, forte e sicura. Di quelle che ti trasmettono serenità.

Arrivo nuovamente a Pescara e rivivo la scena del giorno precedente. Un ragazzo mi affianca e mentre mi supera con la bici mi chiede con aria un po’ ironica: “stai facendo il giro dell’Italia?”
Rispondo affermativamente e gli spiego il percorso. Si chiama Yuri e mi racconta che un tempo andava spesso in bici, allenandosi duramente. È di Cesena ma ha un bar in centro, e mi invita da lui per colazione. Il tempo di arrivare di fronte al Bar Village, ed esce fuori il padre che mi tempesta di domande alle quali rispondo più che volentieri.
Trascorro un po’ di tempo al bar, discutendo delle difficoltà del viaggio e di progetti futuri.

Alla periferia di Pescara, seduto di fronte ad un supermercato, vedo un ragazzo con un grosso zaino che chiede l’elemosina. Mi fermo per lasciargli un’offerta e gli chiedo da dove viene. È ungherese e sta girando l’Italia a piedi. Ha due stampelle vicino perché ha dei problemi all’anca. Dovrebbe essere operato ma non si può permettere il costo dell’operazione. Gli chiedo se ha fame, e gli lascio uno dei due panini che i genitori di Angelo mi avevano preparato. È un bravo ragazzo ed io sono felice di poter condividere il mio pranzo con lui.

Sulla strada per San Benedetto del Tronto saluto tutti i ciclisti che incontro. Essendo tutta pista ciclabile ne vedo centinaia, ma ben pochi ricambiano il saluto. Io non desisto, ho un sorriso ed un saluto per chiunque. E gioisco quando qualcuno, anche solo frettolosamente, mi saluta di rimando. È una giornata meravigliosa!

Ad un certo punto il mio tragitto si blocca davanti ad una cancellata. Lì vicino c’è un netturbino per cui ne approfitto per chiedergli indicazioni. Ricevo subito delle ottime notizie, più avanti dovrebbe iniziare quella che viene chiamata la Ciclovia Adriatica. È un percorso ciclabile, per brevissimi tratti sterrati, che costeggia il mare. Dopo la sfortuna del giorno precedente, quando ho forato due volte, appena incrocio dei ragazzi che arrivano in bici chiedo loro se il percorso è fattibile con la mia bici e mi dicono che non avrò problemi. Ci sono due tratti che attraversano una pineta, ma posso andare tranquillo. Sono entusiasta!

Su uno dei pochi tratti di statale incontro due ragazzi milanesi, con bici elettriche, che stanno puntando il sud, al Salento. Ci fermiamo per una ventina di minuti e do loro più indicazioni possibili sul tracciato e su dove andare a dormire, visto che erano intenzionati a rimanere sulla spiaggia in tenda. Anche se hanno fatto il percorso che dovrò fare io a breve, non chiedo nulla, non penso di averne bisogno oramai. La via che ho davanti è semplice, preferisco trovare la mia strada da solo in questi ultimi giorni.

All’ombra della Torre del Cerrano di Pineto incontro Gatis, un ragazzo lituano in giro da 4 anni che ha percorso più di 30’000 chilometri. Trascorro con lui una buona mezz’ora, mentre si beve una delle immancabili birre che si porta dietro. Ha la bici piena di orpelli di ogni tipo, in forte contrasto con la bici sgangherata sulla quale viaggia. La cosa più particolare che noto è un crocefisso creato con due chiavi inglesi incrociate, appeso davanti sul manubrio. Il suo cavalletto è un bastone di legno che incastra sotto al sellino. Memorizzo tutto ciò che mi dice e gli do un paio di consigli utili sulla strada che lo aspetta.

Proseguo il resto della giornata sempre su pista ciclabile fino ad una spiaggia libera attrezzata alla periferia di Grottammare, poco dopo San Benedetto del Tronto. Mi mangio due pezzi di pizza che mi sono procurato per strada aspettando che il sole tramonti del tutto.

Dormo al riparo di una aiuola che mi copre dagli occhi indiscreti che passano sulla ciclabile alle mie spalle.

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