Manca un giorno alla partenza. E torno con la mente allo stesso giorno di un anno fa, quando mi preparavo per il giro dell’Italia in bicicletta. Sono cambiate molte cose, ma non é cambiato niente.
E’ cambiato che non sono a Mondovì, non ho una bici a cui fare il setup e non ho un itinerario da rivedere. Ma, come l’anno scorso, ho delle persone da salutare, troppe cose da portare dietro e una sola e unica preoccupazione: quella di non farcela.
E’ tutto diverso. Non ho dovuto studiare e valutare un itinerario, perché migliaia di persone lo hanno già fatto per me, prima di me. Dovrò semplicemente limitarmi a seguire una “freccia gialla” finché non arrivo da qualche parte. E che importa se i chilometri sono dieci, cento o mille, l’importante è andare avanti al proprio passo..
Con uno zaino sulle spalle, che fino all’ultimo non saprò se sarà troppo pesante, troppo pieno o con pochi ricambi. Con uno zaino che per un mese sarà la mia casa, conterrà il mio armadio e il mio sostentamento.
Ora è lì per terra, lo zaino, con una manciata di fesserie vicino, che ancora non so se avrò il coraggio di caricare oppure no. Metti poi che mi servono? Metti che nevica (a Giugno), e io ho deciso di lasciare la giacca pesante a casa?
E se improvvisamente muoio di fame, e quel pacchetto in più di frutta secca l’ho posato sul tavolo prima di uscire?
Ma metti caso che, piove tre giorni di fila e io sono senza il quarto paio di calzini che all’ultimo ho deciso di non prendere?
Diciamo che il fatto di non imbarcare lo zaino in stiva, mi permette di eliminare già una buona dose di oggetti che potrò facilmente rimediare in Spagna tipo: crema solare, anti zanzare, acqua, bastoncini per camminare, armi da fuoco (per difesa personale s’intende) e bombole d’ossigeno per il tratto Pirenaico, il quale (complice la mancanza di allenamento) di certo mi ucciderà.
Finisco di lavorare alle 21:40. Una leggera pioggerellina mi accompagna nel tragitto fino a casa. Mi fermo qualche minuto nel bar sotto casa per l’ultimo gin tonic e per salutare..
Solo una vaschetta di gelato da un chilo mi separa dal letto che da domani potrò solo sognare!
Marina Figini 23 Maggio 2018
mi permetto di consigliarti questo : l’unica cosa che assolutamente devi lasciare a casa é proprio la preoccupazione di non farcela ! Certo il cammino sarà duro ( a volte, non sempre, dai ! ) , un po’ come la vita ….io ti seguirò quotidianamente con la preghiera e spero che posterai tanto tanto, perché la mia curiosità é enorme. GO Stefano, GO !!!!
Filippo 23 Maggio 2018
Con la persona che sei, la tenacia, la sensibilità quel bisogno di dare un senso ad ogni cosa… farà si che anche questa volta riuscirai. Come l’anno passato ti seguirò nei tuoi scritti e vivrò dell’immaginario che ne scaturirà. Buon cammino
Maddy 24 Maggio 2018
Partire sapendo di essere poco allenato fisicamente, farsi un gin tonic e scannarsi un kilo di gelato….bene ma non benissimo!
stelyos 25 Maggio 2018 — Autore articolo
Sapendo le privazioni a cui sarò sottoposto durante questo Cammino, ho preferito non farmi mancare nulla l’ultima sera.. 😉