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DAY #0: Lourdes

Salutato il coinquilino mi restano circa tre ore per docciarmi, sistemare lo zaino e partire. Videochiamo a casa mentre faccio colazione. Butto alla rinfusa le ultime cose all’interno dello zaino e poi lo guardo.
L’ho preso leggermente più grosso per poter avere un pò di spazio per il cibo..ma adesso è pieno e non ci sta più nulla. Lo sapevo! Tutto inutile, penso, mentre controllo di non aver dimenticato nulla. Ma come potrei, d’altronde ho già una farmacia dietro, cibo e vestiti, macchina fotografica..cos’altro mi serve? Lo scoprirò solo quando ne avrò bisogno, ed allora sarà troppo tardi.

Mi avvio verso la Stazione Centrale a prendere il bus che mi porterà all’aeroporto di Bergamo. Un’ora di viaggio con le cuffie nelle orecchie mi tranquillizzano un pochino.
Mentre faccio la gimcana tra le corsie per arrivare al controllo bagagli incrocio il sorriso di una donna con uno zaino sulle spalle grande quanto il mio. Supero indenne il controllo di sicurezza, scambiando due parole con gli addetti, per poi arrivare davanti al gate con due ore di anticipo. Casualmente l’unico posto libero è di fianco alla stessa donna di prima, per cui mi siedo senza pensarci due volte.
Aspetto due minuti prima di intavolare un discorso: come immaginavo fa il Cammino anche lei. E’ la prima volta che viaggia da sola ed ha un pò paura. Le racconto tutto quello che ho letto sui gruppi Facebook dei pellegrini, con l’intento di tranquillizzarla.
Sembra funzionare, complice anche la donna calabrese al suo fianco che sprizza energie positive in un raggio di qualche metro, verso tutti quelli che sono disposti a scambiare due parole. La signora va a Lourdes, ma sogna un giorno di poter intraprendere il Cammino..

Il tempo di mettermi in coda e salire sull’aereo e siamo già cinque pellegrini a piedi e due in bici, con la stessa meta. Ognuno lo fa al suo ritmo, qualcuno più esperto dispensa consigli che accetto volentieri, anche se mi suggeriscono di non provare all’ostello La Ruche (dove pensavo di fermarmi) in quanto dicono che non ha posto per i pellegrini, ma che accetta volentieri i turisti, in quanto disposti a spendere di più.

Mi lascio cullare dal rollio dell’aereo e tra una penichella e l’altra, e quaranta minuti di ritardo del volo, eccomi a Lourdes, l’inizio del mio pellegrinaggio.
Scendo dall’aereo e tra il capire dove andare e come arrivarci incrocio ancora i due ciclisti e la donna che ho incontrato al gate. Adesso c’é Roberto a tenermi compagnia sull’autobus, che ci porterà in centro dove conto di ricevere informazioni per la notte e per l’indomani. Punto dritto all’ufficio turistico in centro: CHIUSO.

Avevo letto sempre bene di questo ostello “La Ruche” per i pellegrini, vediamo se lo ritrovo: fare un tentativo non costa nulla. Mal che vada é pieno, ma posso provare a chiedere se me ne consigliano un’altro. Dopo una rapida occhiata a Google Maps, mi ritrovo davanti a quello che di albergo turistico ha ben poco.
Suonare ed attendere” c’è scritto in francese sul campanello. Quindi suono e pochi istanti dopo mi accoglie Catherine, la vice padrona di casa in quel momento.
Immagino di avere lo stesso sguardo smarrito di chi non sa esattamente cosa fare né dove si trova. Ma gli occhi di questa ragazza mi fanno ben preso capire che a prescindere da quello che penso, di una cosa posso essere sicuro: sono a casa.

Il vero padrone di casa non c’è ma lei ha ricevuto l’incarico di accogliere i pellegrini e farli sistemare per la notte. Mi fa fare un rapido giro della casa, per poi dirmi che avevo interrotto l’inizio della cena, e che se volevo aggregarmi ero il benvenuto. Non me lo faccio ripetere due volte: pasta, insalata, formaggi, acqua, vino e per chiudere in bellezza cioccolato bianco gentilmente offerto da una pellegrina tedesca che vive in Brasile da anni (o era il contrario?). Lavati i piatti, sforno tutta la mia conoscenza musicale per suonare al pianoforte l’unica canzone che ricordo perfettamente a memoria: L’Inno alla Gioia.

Stillato il piano di battaglia per l’indomani, ne approfitto per fare un rapido giro al Santuario e mentre sono sull’uscio, accolgo l’ultimo pellegrino portoghese che arriva proprio mentre stavo uscendo. Lo introduco agli altri e una volta che gli ho tradotto in inglese le poche regole della casa, mi avvio verso il centro di uno dei pellegrinaggi più famosi al mondo. Ho la fortuna di assistere alla Processione, che nessuna parola potrà mai descrivere efficacemente quanto i brividi assurdi che ho provato vedendo scorrere dinanzi ai miei occhi quella marea umana. Centinaia e centinaia di persone, che sollevano in aria le candele, a ritmo di preghiera, durante tutto il percorso. É stata davvero un’emozione incredibile.

É con questa immagine nel cuore che torno all’ostello, in tempo per la buonanotte..

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2 Commenti

  1. Il Maddy 25 Maggio 2018

    Mannaggia, manco eri partito che già broccolavi! Grande Ste!!!

    • stelyos 25 Maggio 2018 — Autore articolo

      Ho solo una cosa in testa! 😀

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