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DAY #4: Oloron-Sainte-Marie > L’Hôpital-Saint-Blaise 22km

Sveglia alle sette. Finalmente una notte tranquilla. Mi sono svegliato solo un paio di volte, giusto per sentire il temporale fuori dalla finestra. Ovviamente c’era un nuovo pellegrino che ha russato parecchio, almeno nella prima parte. Per addormentarmi mi sono messo le cuffie nelle orecchie, con la musica a palla. Non mi fregano più adesso.

Per colazione mangiamo alcune cose che avevamo comprato ieri. Denis ci dice che a seconda del tempo valuta se forzare o meno la tappa. Tutti siamo d’accordo sul fare la strada asfaltata piuttosto che il sentiero GR78. Ha piovuto anche stanotte, e vorremo evitare problemi lungo il percorso. Partiamo quindi alle 8:45 e Charles (in mancanza di Catherine) prende il comando della spedizione. Dopo venti minuti ci ritroviamo davanti alla stessa pizzeria in cui avevamo mangiato ieri sera. La prendo sul ridere, abbiamo fatto un giro di due chilometri, allungando la strada, per nulla. Proseguiamo oltre e poco dopo ci rendiamo conto di andare nella stessa direzione in cui siamo arrivati ieri.
Smetto di ridere ed inizio a prendere in mano le carte di questo gruppetto composto da me, Charles e Jan Kees.

Tornando sui nostri passi, passiamo per la seconda volta davanti alla cattedrale della città, per cui obbligo tutti quanti ad entrarci. E’ patrimonio mondiale dell’UNESCO, merita decisamente una visita.
Riprendiamo la strada verso L’Hôpital-Saint-Blaise, seguendo un percorso meno trafficato della strada principale.
Guida il gruppo Charles che da il ritmo alla spedizione. In posizione centrale io seguo i cartelli e do le indicazioni ad ogni bivio. Dietro di me, Jan Keees, che ci accompagna cantando delle canzoni in inglese. Che trio meraviglioso!
Proseguiamo così per diversi chilometri, parlando poco ma marciando ad una media di 5,6 chilometri all’ora.

Ad un certo punto, rientriamo sulla strada più trafficata ed il ritmo aumenta. Chiedo ad entrambi il permesso di cantare in italiano ed intono “Bella ciao” che oramai mi accompagna fin dal primo giorno. Ieri mi è servita parecchio per superare le parti più noiose del tragitto. Nel ritornello, i miei compagni, mi seguono a ruota senza grosse difficoltà. Giusto il tempo di finire la canzone che entriamo nell’ultimo villaggio prima della nostra meta finale. Dopo undici chilometri blocco il gruppo per una tappa di quindi minuti. Siamo circa a metà percorso, solo più una lunga strada asfaltata ci separa dalla fine della nostra camminata odierna.
Durante la sosta Jan Kees mi confida di aver compreso una cosa. Un collega al telefono gli ha detto che, volendo, avrebbe potuto farsi portare da un taxi alla meta successiva. Ma se noti i paesi che stiamo attraversando, capisci ben presto che i taxi non esistono in questi piccoli borghi. E’ così che esordisce dicendomi: “Pensavo che si potesse comprare tutto con i soldi ma non è vero. Questa regola qua non esiste. Se volessi prendere un taxi qua, ora, non potrei!”. L’effetto che il Cammino fa alle persone mi sorprende ogni giorno di più.

Dopo il rapido Pit-stop, si riparte sempre ad un ottimo ritmo. Ma quando mancano solo più tre chilometri alla fine, le mie gambe cedono di colpo e devo improvvisamente rallentare. Charles e Jan Kees proseguono senza fermarsi, ed io tengo duro fino al villaggio. L’Hôpital-Saint-Blaise conta ben 80 anime, due ristoranti, una chiesa, un municipio, un dormitorio per i pellegrini e nessun bar. Ci scoliamo due bottiglie di vino rosso nell’unico ristorante aperto a pranzo, per poi farci timbrare la credenziale e buttarci sul letto nel dormitorio. Denis, arrivato poco prima di noi, riparte dopo aver mangiato qualche cosa sotto la pensilina di una fermata dell’autobus. Il tempo tiene e vorrebbe fare quattordici chilometri per arrivare al prossimo villaggio, decisamente più grande di questo.

L’atmosfera è molto carina. La chiesa di pietra, e tutte le case ristrutturate mantenendo lo stile di una volta, donano l’idea di un paese immutato nel tempo.

Doccia, pennichella pomeridiana obbligatoria e poi cena. Ho le gambe a pezzi. Nonostante abbia fatto meno chilometri di ieri, l’aver camminato sull’asfalto tutto il giorno mi ha demolito i muscoli. Riposo forzato oggi.

Arrivano ancora due pellegrini di Bruxelles, uno spagnolo di Malaga ed un signore che era con noi nel primo ostello a Lourdes. Tutti hanno fatto il GR78, e tutti hanno fango fin sopra al ginocchio. Gli unici freschi e lindi siamo noi che, per una volta, abbiamo avuto la geniale idea di non fare il sentiero.
Prima di andare a dormire mi scrive Denis, sconsigliandomi vivamente di fare il GR domani. Troppo fango e il rischio di scivolare e farsi male é alto. Riporto la notizia a tutta la combriccola prima che ognuno si ritiri nel proprio letto. Quasi tutti faranno la strada asfaltata domani.

Alle 22:15 c’è solo più un russare leggero che aleggia nella stanza..

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2 Commenti

  1. Maddy 28 Maggio 2018

    Ste, ma com’è che avete questi grossi problemi di orientamento?

    • stelyos 28 Maggio 2018 — Autore articolo

      Semplice, non guardavo io le carte 😁

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