Sveglia programmata alle 6:40, sveglia effettiva alle 5:40. Mi alzo con calma, tanto la colazione è alle 7. Impacco tutto, ritiro anche il sacco a pelo che ho imprestato a Cristian ed aspettiamo che Ryna si desti. Nonostante il casino circostante riesce a continuare a dormire come se niente fosse.
Scendiamo per ultimi, incontro Roberto e decidiamo di andare a fare colazione tutti insieme. Una fetta di pane tostato, un po’ di burro, marmellata e un bicchiere di succo d’arancia. Cristian mi guarda con aria interrogativa e mi chiede: “Dov’é la colazione?”
Saluto Roberto che oggi viaggerà senza il peso della mia caviglia, ricomponiamo il gruppo con Ryna e Lisa e partiamo. Ci aspettano diversi chilometri di bosco, completamente immersi nella natura. Migliaia di piante e fiori di ogni tipo ci accompagnano per tutto il tracciato. Ci fermiamo spesso, ad ammirare il panorama o qualche dettaglio naturalistico. Il mix di nazionalità rende questo gruppo piuttosto pittoresco, e riusciamo a fare un mix tra italiano, spagnolo ed inglese.
A causa della mia caviglia gonfia come un melone, costringo tutti ad effettuare un paio di pause, e ne approfitto per fare qualche foto e parecchi video. Arriviamo alla meta dopo una lunga discesa su di una pietraia e siamo tutti distrutti, eccetto Lisa che è ben allentata. Birra obbligatoria, e mentre siamo seduti conosciamo Silva, una ragazza di vent’anni di Milano che ha iniziato anche lei il cammino un paio di giorni fa.
Ci fiondiamo nell’unico bar disponibile a passarci una caña di birra, prima di partire alla ricerca di un alimentari per fare incetta di cibo. Ma gli orari qui in Spagna sono strani, per cui prima delle 16:00 non troviamo nulla di aperto. Finiti gli acquisti rientriamo all’ostello per mangiare e rilassarci (giocando nuovamente a scacchi) un attimo prima di andare a cena.
Capitiamo in un locale che assomiglia decisamente ad un classico autogrill autostradale, dove la qualità del cibo lascia un pò a desiderare. Della cena salvo il dolce, e il vino tinto.
Dopo cena chiacchieriamo ancora qualche minuto sugli scalini all’ingresso dell’ostello prima di collassare esausti nel letto.