Mi sveglia un’italiano con la suoneria del suo cellulare. La prima cosa che sento sono gli auguri di Ryna, che si è ricordata che oggi é il mio compleanno.
Mi alzo per andare in bagno, che in questo ostello é dall’altra parte del cortile. Diversi pellegrini già pronti a partire stanno guardando il cielo, come in attesa di qualcosa che non possono decidere. Io esco tranquillamente alla pioggia, come se niente fosse.
Prepariamo tutto, facciamo colazione con quello che abbiamo acquistato ieri pomeriggio al supermarket, ed usciamo. Ha smesso di piovere. Per essere il mio compleanno, iniziamo davvero all’insegna della buona stella.
Una leggera discesa, ed un sentiero in mezzo al bosco ci accompagna per più di cinque chilometri. A tratti costeggiamo un fiume abbastanza mosso, e Ryna si ferma per mettere i piedi a mollo nell’acqua. Solo la temperatura polare del fiume mi frena dall’idea di poterci fare un bagno. Ad un certo punto superiamo una coppia francese, lui con un carretto appeso al bacino ed uno zaino, mentre lei con una piccola borsa appesa sule spalle. Silva mi racconta che l’uomo porta lo zaino della donna, perché probabilmente lei ha qualche problema fisico. Guardando il carretto noto che è lo stesso carretto che ho alzato il giorno prima per salire degli scalini di un ponte, con un enorme gratitudine dipinta sul volto del proprietario.
Ryna, la ragazza sud africana, vive in un mondo tutto suo, ed é una cosa che sul Cammino ci si può permettere di fare senza conseguenze. Mi ricorda molto me, quando appena arrivato in Giappone, mi fermavo ogni istante per ammirare cose di cui ignoravo l’esistenza. Si ferma innumerevoli volte, per sentire il profumo di un fiore piuttosto che accarezzare la corteccia di un albero. Non resisto alla tentazione di filmarla mentre cammina passando la mano sugli steli d’erba ancora bagnati dalla rugiada.
Facciamo una pausa in un bar lungo il Cammino, mentre Ryna decide di proseguire lentamente da sola. Dopo un caffé e pausa pipì continuiamo finché non sbuchiamo in un immenso campo di grano. L’atmosfera è così surreale, con la fila di pellegrini che lo costeggiano, che subito mi fa pensare alla scena finale de “Il Gladiatore”. Tiro fuori il telefono e percorro tutta la lunghezza di questo enorme campo accompagnato dalla colonna sonora di Hans Zimmer e Lisa Gerrard.
Il resto del percorso é una lunga discesa fino alla periferia di Pamplona. Qui, in prossimità di un bivio, ritroviamo Ryna che nel frattempo si era fermata perché non sapeva esattamente da quale parte andare. Proseguiamo verso il centro e guido il gruppo composto da Cristian, Lisa, Silvia, Ryna e me attraverso la via più breve per raggiungere l’ostello.
Quando arriviamo all’ostello Jesus y Maria sono così stanco che, mentre aspetto la registrazione degli altri pellegrini, mi sdraio per terra nell’ingresso suscitando l’approvazione degli altri pellegrini dietro di me. Il pavimento freddo, in forte contrasto con il calore del mio corpo, mi trasmette un senso piacevole.
Il tempo di prendere posto e farsi la doccia che siamo fuori per un giro turistico e per la meritata birra di fine tappa. Dopo 22 chilometri, per la prima volta accompagnati da qualche raggio di sole, una bella caña fresca é quello che ci serve.
Al bar si unisce a noi Stefano, un pellegrino conosciuto da Silvia un paio di giorni prima, anche lui di Milano. Altro bar, altra birra prima di cena.
La sera finiamo in una piazza frequentata da moltissimi giovani, nel centro di Pamplona, dove ci sediamo per terra insieme a centinaia di altri ragazzi, a bere vino tinto finché non ricomincia a piovere. Senza nessuna fretta, ci dirigiamo verso l’ostello facendo i pochi passi che ci separano in assoluta spensieratezza.
Ho apprezzato davvero tanto questi momenti: il buon cibo, la splendida compagnia, la cornice meravigliosa in cui eravamo. Farò di tutto per preservare questi ricordi il più a lungo possibile nella mia mente, e nel mio cuore. E’ strano festeggiare il compleanno lontano ad casa, ma é stato stupendo farlo con persone con le quali si é creata una bella sintonia.
Tra una pausa e l’altra, di questa giornata, ho modo di parlare un pò con Silvia, scoprendo così una ragazza molto matura per la sua giovane età. Mi racconta di una pellegrina che da qualche giorno incrociamo lungo il cammino e che questa sera é nel nostro stesso ostello. Questa ragazza israeliana é stata con un tipo per circa tre anni. Ha studiato arte, ma ha fatto anche la parrucchiera per poter mettere qualche soldo da parte. Dopo la rottura con il suo ragazzo, ha iniziato il Cammino, probabilmente per dimenticare oppure in cerca di risposte che difficilmente si trovano al di fuori di se stessi.
Stanchi, ma soddisfatti ci infiliamo nei nostri letti a castello. Anche oggi un’altra giornata é finita e sono orgoglioso di quello che i ragazzi sono riusciti a fare!