Sono il primo ad alzarmi ed inizio a prepararmi. Gli altri dormono ancora tutti e non me la sento di svegliarli. Li osservo dormire tranquilli, mentre mi preparo. Una volta che si sono svegliati tutti, usciamo per fare colazione e poi rientriamo per prendere gli zaini.
Se c’é una cosa che ti insegna il Cammino é il “lasciar andare“. Ryna decide di prendersi un giorno di stop per riposarsi mentre Cristian deve passare alla Decathlon a comprare delle cose che gli servono per il viaggio. Salutarci dopo due giorni così intensi vissuti insieme non é affatto semplice. Entrambi abbiamo gli occhi lucidi mentre ci abbracciamo. Per me, nonostante lo conosca da poco, Cristian é come se fosse un fratello maggiore. Ci lasciamo con la promessa di rivederci il prima possibile.
Partiamo alle 8:33 perché aspettiamo che Stefano 2 (denominato così sia per motivi anagrafici, sia perché é il secondo ad essersi unito al gruppo) finisca di fare colazione. Quando passiamo davanti al bar in cui era a fare colazione, scopro che stava parlando di politica italiana con uno sconosciuto appena incontrato al bar! Non siamo mai partiti così tardi, ma sono convinto che ne valga la pena. Ed avevo ragione.
Lisa e Silvia conducono davanti, mentre io e Stefano seguiamo le indicazioni da poco distante. Ho modo così di parlare un pò con lui e scoprire che abbiamo molte cose in comune, a partire dal segno zodiacale.
Tra una chiacchiera e l’altra usciamo da Pamplona e ci immergiamo in uno spettacolo naturalistico di non poco valore. Immensi campi coltivati accompagnano i pellegrini per diversi chilometri, mentre incrociamo ragazzi di corsa che ci augurano buon camino.
Dopo una salita tosta, arriviamo in una delle tappe sceniche più blasonate del Cammino: l’Alto del Perdon. Qui ci fermiamo per l’ennesima tappa fotografica: oggi siamo stati davvero fortunati, paesaggi stupendi e sole da paura ci hanno accompagnato fin’ora.
Quando mancano poche ora alla fine della tappa rincontriamo delle vecchie conoscenzae italiane e si aggregano a noi una ragazza polacca ed Emma, dalla California. Percorro gli ultimi chilometri a conversare in francese con Emma finché non arriviamo dopo non poca fatica all’agognato ostello di Puente la Reina.
Usciamo tutti insieme per una birra e per cena e il gruppo si infoltisce ancora di un ragazzo olandese che ha vissuto per anni a Londra. E’ un gran chiacchierone e intrattiene me e Stefano per una buona mezz’ora, mentre ci gustiamo una grande cerveza ghiacciata. Menù del pellegrino, con altre due bottiglie di vino rosso, per poi rientrare in ostello stanchi, ubriachi e pronti per la meritata dormita.
Stefano si corica ancora con il cappello in testa..