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DAY #11: Puente la Reina > Estella 22km

Mi sveglio alle 6 e rimango a letto ancora una mezz’ora. Le ragazze straniere si svegliano da sole, mentre Stefano si sveglia con il mio bel faccione davanti. Sta diventando un’abitudine per lui. Lo guardo bene e mi accorgo che ha ancora gli stessi vestiti di ieri sera, ed il cappello al suo fianco. Non ha avuto la forza di svestirsi, né di tirare fuori il sacco letto. Si è addormentato prima. Ridiamo entrambi quando glielo faccio presente. Dopodiché sveglio Silvia, la più lenta a prepararsi e per ultima Lisa.

Partiamo alle 8 a spasso spedito. Per 300 metri. Ci fermiamo davanti al primo bar per fare colazione mentre le due ragazze straniere proseguono da sole. Partiamo ben oltre le 8:30, come sempre Lisa e Silvia in testa mentre io e Stefano a seguire.
Ribecchiamo le due ragazze straniere e proseguiamo con Emma per qualche chilometro finché non ci fermiamo per pranzo. Pranzo al sacco con pane, prosciutto crudo, formaggio e crema di formaggio gentilmente offerta da Silvia, che io e Stefano ci spazziamo senza grossi problemi.

Ripartiti dopo pranzo mi attardo per fare qualche foto, e anche per l’insorgere di un nuovo dolorino al ginocchio. Per non forzare lascio andare i ragazzi che a poco a poco si fanno sempre più piccoli in lontananza. Li trovo diversi chilometri e molti litri di sudore dopo, all’ombra di qualche albero all’interno di un parco in riva ad un fiume. Mi fermo dieci minuti e poi parto in solitaria a passo lento, perché tanto so che mi raggiungeranno presto. Dopo poco incontro Alessandro, un ragazzo italiano di Ravenna che é sempre accompagnato da ragazzi diversi. Oggi é in compagnia di una ragazza di 21 anni tedesca. Proseguiamo insieme, parlando di baseball, fino all’ingresso della città di Estella dove mi fermo ad attendere il resto della ciurma. Decidiamo insieme di provare un ostello in centro dove, come al solito, siamo accolti con simpatia e gentilezza.

In ostello rivedo una ragazza francese incontrata nell’ostello di Saint-Jean-Pied-de-Port, all’inizio della sua avventura. Le chiedo come si sente dopo cinque giorni di Cammino e mi racconta che, dopo le preoccupazioni iniziali prima della partenza, é andato tutto bene.

Sul cammino ho sentito parlare di un ragazzo italiano partito da Torino. Appena entrato nell’Albergue parrocchiale San Miguel, mi cade l’occhio sul foglio sul quale il volontario sta segnando i nostri nomi e le città di partenza. Vedo una città: Torino. Chiedo subito al ragazzo che mi dice che Andrea é ospite presso questa struttura. Lo becco in giardino. Mamma argentina, papà sud africano é partito da Torino dopo essersi licenziato. E’ in cammino da più di un mese, e vuole raggiungere Finisterra.

Usciamo per una birra, che diventano due quando scopriamo che la cucina apre alle 20. Aspettiamo sorseggiando birra e scambiandoci consigli musicali con Emma. Ne esco con una playlist di artisti americani da far paura. Per cena classico menù del pellegrino con un pollo freddo ma una torta di cioccolato e panna per niente male.
Rientriamo alle 21:55, cinque minuti prima della chiusura delle porte. Quando il volontario sta per iniziare a farmi delle riserve sull’orario, gli faccio vedere che mancano ancora cinque minuti e la prende sul ridere. Come dei ninja entriamo in camerata e ci mettiamo a dormire senza ulteriori indugi.

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