DAY #15: Najera > Santo Domingo de la Calzada 22km

Mi sveglio come al solito prestissimo, scendo ed inizio a fare colazione scambiando due parole con il proprietario. Ho dormito molto bene, complice anche l’alcol della sera prima. Prima di tutti si alza Emma, e poco alla volta tutti gli altri. E’ l’ultimo giorno di Lisa e il figlio del proprietario l’accompagna alla fermata dell’autobus che la porterà prima a Logroño e successivamente a Pamplona. Ci salutiamo con un lungo abbraccio. E’ stato un piacere condividere una parte di questo Cammino con lei. E’ indubbiamente una ragazza molto tenace.

Mentre gli altri fanno colazione comunico la mia volontà di tornare indietro al punto in cui siamo stati caricati in macchina, per completare il restante pezzo a piedi. Appena finisco di parlare, Stefano, mi dice senza esitazione che anche lui lo vuole fare: per poter dire di aver fatto tutto il cammino a piedi, dall’inizio alla fine.
Salutato il caloroso proprietario torniamo indietro di 600 metri e riprendiamo il Cammino da dove l’avevamo lasciato. La cittadina di Najera é davvero molto particolare, piccola ma estremamente attiva. Ad un incrocio ci sorpassa strombazzante l’hospitalero di ieri che mi urla: “due volte!!”; intendendo che camminando per tornare da dove eravamo rimasti abbiamo ripercorso quel tratto due volte a piedi. Non avevamo altra scelta.

Sono da poco passate le 8 e sta iniziando a piovere. Che strano!Mentre torniamo indietro si unisce a noi Marion, e parliamo per un pò delle evoluzioni che porta il Cammino. Non ho mai affrontato discorsi banali con lei. Alla prima pausa caffè la lasciamo al bar e proseguiamo oltre.

Mentre sto facendo volare il drone sopra delle distese pressoché infinite di campi coltivati, ci ricongiungiamo al gruppo che si é appena fermato per fare una pausa. Con loro c’é Enzo, un medico oramai in pensione, e dopo poche parole capisco che questa potrebbe essere una buona occasione per riprendere la conversazione.
Una volta ripartiti lo seguo per un pò, a passo lento, ed ho modo così di porgli un paio di domande che mi stanno particolarmente a cuore sul futuro dei giovani dal suo punto di vista.
Mi lascia una visione molto cattolica del futuro, pur dandomi anche uno spiraglio per quelle persone che non sono credenti. Subito mi viene in mente un ragazzo incontrato lungo il cammino al quale voglio riportare questa versione. Potrebbe fargli piacere. Dopo un’ora abbondante di conversazione con Enzo, raggiungo gli altri e proseguo da solo mentre loro si fermano a mangiare. Non ho molta fame e preferisco mettermi le cuffie e pensare un pò a quello che mi è appena stato detto.

Verso la fine della tappa raggiungo nuovamente Marion che sta passeggiando con un signore italiano di nome Enzo. Lui mi racconta che sul Cammino c’è un pellegrino di nome Alessandro e che è partito a piedi da Firenze. Subito mi viene in mente che ieri sera era nel mio stesso ostello ed ho il rammarico di essermi fatto sfuggire una storia sicuramente interessante. Proseguo in città con Marion e finiamo a prendere una birra nel bar più caro di Santo Domingo. Quando arriva il resto del gruppo, lei ci saluta perché vuole proseguire ancora per qualche chilometro raggiungendo la città successiva.

Il tempo di trovare un posto in ostello, usciamo per l’aperitivo e la spesa. Stasera in ostello Andrea ci cucina una pasta da fare invidia ad un ristorante stellato. Si aggregano a noi un ciclista ed un pellegrino spagnolo che hanno così la fortuna di assaporare una delle migliori paste che potranno mangiare mai in Spagna. Io e Stefano, come d’abitudine, laviamo i piatti e poi ci prepariamo tutti per dormire.

A questo giro in camerata abbiamo tutte donne, sono piuttosto tranquillo che riusciremo a dormire abbastanza bene.