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DAY #26: Leon > Villar de Mazarife 24km

Sveglia programmata alle 6:45, sveglia effettiva alle 5:45 quando tutta la camerata decide di iniziare a prepararsi, eccetto noi. Vengo letteralmente buttato giù dal letto a causa di un ragazzo americano a cui viene un attacco epilettico. Viaggia con la madre, la quale sembra avere comunque la situazione sotto controllo. Dopo diversi minuti rifiuta la richiesta di chiamare l’ambulanza, in quanto il figlio si sta stabilizzando.
Effettivamente loro partono comunque prima di noi, e questo la dice lunga.

Colazione leggera e partiamo finalmente anche noi. Per modo di dire. Dopo 15 minuti di marcia Emma si ricorda che ha dimenticato un paio di sandali in ostello e l’accompagno indietro a riprenderli, mentre mandiamo avanti Stefano che avanza a passo lento. L’ibuprofene di cui si imbottisce da giorni deve ancora fare effetto.

Quando ci fermiamo per fare la seconda deviazione, ritrovo madre e figlio intenti a scrivere le cartoline. Senza pensarci due volte, mi metto a fare lo stesso. A pochi passi c’é un ufficio postale dove in tre minuti netti riesco pure a spedirle. Ripartiamo di buon passo, crema solare e via in direzione di Villar de Mazarife, dove prendiamo una variante per evitare di camminare per due giorni a contatto con la strada statale. Su un ponte ritrovo una signora olandese che avevo già incrociato diversi giorni prima. Ci dice che soffre di vertigini e che stava aspettando qualcuno con il quale attraversare il ponte. Effettivamente attraversa il ponte in mezzo a me e Stefano, continuando a guardare al centro della careggiata, mentre Stefano cerca di tenerla su di morale con battute poco probabili. Mentre attraversiamo ripenso al primo incontro con questa signora, e mi viene chiaramente in mente che anche in quell’occasione si era fermata all’inizio di un ponte per aspettarmi ed attraversarlo con me. Sorrido quando mi dice che in realtà non le capita così sovente di non riuscire ad attraversare un ponte. Sorrido perché ho perso il conto di quanti ponti io abbia calpestato.

Per pranzo ci fermiamo nell’unico villaggio presente sul nostro cammino, e dove incontro Enzo che mi consiglia l’ostello in cui andare a dormire questa notte.
Finiamo di mangiare, ed alle due siamo nuovamente in marcia sotto un caldo afoso allucinante. A sto giro, é la musica di Emma che ci permette di arrivare senza grossi intoppi alla fine della tappa odierna.
Ci buttiamo nell’ostello suggeritoci e ribecchiamo altri due ragazzi italiani che abbiamo già incrociato in diverse occasioni. Organizzata la cena in comune, io e Stefano ci concediamo una birra mettendo del ghiaccio sulle nostre caviglie doloranti, prima di uscire a fare la spesa per la serata.
Ci alterniamo un pò ai fornelli, anche se dirige i lavori di cottura Stefano (un terzo di questo Cammino), uno dei due italiani re-incontrati oggi. Cucinare per otto persone, quando sei abituato a farti a mala pena da mangiare non é semplice, ma l’impresa riesce benissimo. A tavola con noi siede Marie, una ragazza francese, Lorenzo (un italiano incrociato alcune volte in precedenza), Corrina di Vancouver ed una ragazza australiana, oltre che Stefano ed Emma ovviamente. La cena scorre via senza problemi, con estrema soddisfazione da parte di tutti i partecipanti. Alla fine ci viene pure offerto del gelato da parte di altri pellegrini presenti in ostello.
Chi non ha cucinato si occupa di lavare i piatti, mentre io scambio due parole con un attore turco che sta facendo il cammino per dimagrire in previsione del prossimo film.
In questo momento si sta riposando in questa struttura per riprendersi da una tendinite ai piedi.

Per la giornata di domani l’idea di Stefano ed Emma era quella di smezzare la tappa di 31 chilometri, ma prima di andare a dormire comunico loro che é mia intenzione provare a portarla a termine, partendo magari un pò prima del solito. Ci diamo la buonanotte in attesa di salutarci l’indomani..

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