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DAY #29: Foncebadon > Molinaseca 19km

Parto in solitaria un pò prima degli altri. Ne approfitto per vedere l’alba sul Cammino, cosa che non mi succedeva da diversi giorni.

Percorro alcuni chilometri con Rita, una fisioterapista che é stata un angelo per diversi pellegrini lungo il cammino, compreso il nostro Stefano.
Arriviamo insieme alla Cruce di Ferro, un posto molto significativo per molti pellegrini.

Si usa lasciare un pietra portata da casa come buon auspicio nel momento in cui le anime dei pellegrini verranno giudicate, per far pendere l’ago della bilancia nella giusta direzione. Mi sono portato un rosario di legno, molto significativo per me. Si é rotto diversi anni fa, a causa di un incidente in macchina nel quale poche cose di quest’ultima rimasero intatte. Il rosario, attaccato allo specchietto, si spezzò e durante questo cammino ho cercato ed intagliato un pezzo di legno per aggiustarlo.

E’ quindi questo rosario, con delle cicatrici evidenti, che lascio alla Cruz de Hierro come ringraziamento e simbolo di buon auspicio per il futuro.
Passo almeno 45 minuti in questo posto carico di significato per molti di noi.

Poco dopo la ripartenza vengo raggiunto da Emma che mi supera e continua a scendere in compagnia della ragazza olandese conosciuta qualche sera prima.
Io alterno la compagnia di un signore australiano con cui ho avuto il piacere di condividere una birra alle 10:08 di mattina, per poi alternarmi con una farmacista di Parigi ed un neo laureato in biotecnologie di Padova.

Poco prima del prossimo paese vengo raggiunto da Stefano e proseguo con lui per gli ultimi chilometri in discesa. Arrivati a Molinaseca, un bar attaccato ad un fiume attira la nostra attenzione, diverse persone stanno prendendo il sole, e ribeccata Emma e Maikala, la ragazza olandese, ci dirigiamo verso il bar.

Dopo aver fatto qualche ripresa con il drone, non posso tirarmi indietro alla richiesta di fare un bagno in questa acqua ghiacciata, che mi anestetizza la pelle permettendomi di dimenticare per qualche minuto i dolori ai piedi che mi accompagnano da giorni.

Dopo il bagno, la decisione che era già nell’aria, é presto fatta. Prendiamo posto in un ostello e usciamo nuovamente per cena beccando uno dei migliori locali trovati lungo il cammino. Una delle migliori cene fatte in questo ultimo periodo.

Il dopo cena lo trascorro sul divano, sotto al portico del giardino dell’ostello. Pochi metri più in là un forte temporale sta imperversando da diversi minuti senza interruzione. Io lo osservo e penso a questa esperienza, rassicurato dal tepore del mio corpo contro il divano che mi avvolge quasi completamente. Siamo quasi al termine, ed é ora di iniziare a fare i conti di questa splendida avventura..

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