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DAY #37: Arzua > Pedrouzo 18,5km

Mi sveglio durante la notte, di fianco a me Kevin si gira e mi dice: “Oh, che dici se iniziamo a camminare?” Guardo l’ora e sono solo le due. E’ troppo presto. Gli rispondo che si può partire al prossimo risveglio notturno; che penso avverrà a breve a causa del trombone che è arrivato all’ultimo in camera con noi.

Alle 3:38 scendo esausto e stufo, porto lo zaino in corridoio ed inizio a prepararmi con una lentezza disarmante. Tra una pausa e l’altra alle 4:50 esco dall’ostello per primo, e con assoluta scioltezza. Mi incammino per il primo tratto aiutato dai lampioni della cittadina. Dietro di me figure losche si stanno muovendo nella stessa direzione. Con enormi zaini sulle loro spalle, avanzano in gruppo verso di me. Rallento per farli passare, io devo ancora scaldare per bene il piede e non posso permettermi di procedere al mio solito passo.
Sono un gruppo di giovani ragazzi, probabilmente partiti recentemente da Sarria che, torce in testa, procedono verso la prossima tappa. In totale a quest’ora del mattino vengo superato da altre quattro persone.

Dopo poco mi infilo in quello che é chiaramente l’inizio di un bosco e sono costretto a tirare fuori il telefono cellulare e procedere a stento nel pesante buio che mi circonda. Sono al penultimo giorno, sto viaggiando ancora una volta completamente da solo, non ho nessuna fretta in quanto stasera devo ricongiungermi con Stefano ed Emma che sono rimasti indietro. Ripenso un pò a questi ultimi giorni, ma anche a tutte le persone incontrate dall’inizio del mio viaggio da Lourdes.
Come posso dimenticarmi di quella signora che, un caldo pomeriggio in qualche paese sperduto della Francia, é uscita per offrirci quattro birre, chiedendoci in cambio solamente un preghiera per lei e la sua famiglia una volta giunti a Santiago?
Oppure di Anne-Catherine, che mi ha donato una conchiglia chiedendomi di portarla per lei fin davanti alla cattedrale?

Procedo quindi con estrema calma finché, sempre immerso completamente nel bosco, non alzo gli occhi e vedo una palla bianca, luminosissima, che mi porta a spegnere definitivamente il flash del telefono. La luna illumina praticamente a giorno il mio sentiero, e avanzo nella penombra per il resto della mattinata.
Al chiaro di luna mi fermo in un’area relax per sistemarmi una paio di cose non bilanciate, nello zaino. Da qui capisco che sto veramente temporeggiando, e penso di sapere il perché.

Alle prime luci del sole incontro il primo bar aperto lungo il Cammino e ne approfitto per fermarmi a fare colazione. Non ho molta fame, ma so per esperienza che in viaggi come questo la colazione é uno dei pasti fondamentali. Riparto dopo poco, e continuo il mio lento avanzare finché non mi imbatto in un tipico bosco galiziano, formato da questi alberi filiformi ma altissimi. Ne approfitto così, per l’ultima volta, per fare foto e video di ciò che mi circonda. Mi fermo una mezz’ora buona a riprendere i pellegrini di passaggio, sfruttando anche il drone per qualche ripresa aerea.

Arrivo così a mezzogiorno poco prima di Pedrouzo, dove vedo che c’è un bivio che porta a saltare la città, mentre noi vogliamo fermarci in centro. Mi fermo quindi prima e mandando un messaggio a Stefano scopro che sono a meno di quindici minuti da me.
Faccio le ultime riprese, mentre vengo raggiunto prima da Kevin e Lorenzo che é in compagnia di una bella ragazza di Tenerife, ed infine da Stefano ed Emma.

Arriviamo di fronte all’ostello che apre solamente all’una e ci mettiamo in coda aspettando l’arrivo degli hospitaleros. Prediamo posto tutti insieme in un’ala della camerata, doccia, ed usciamo alla spicciolata per pranzo. Poco alla volta si uniscono Rita, Anna (una ragazza ungherese che ha legato molto con Emma) e Lorenzo.

Cena in una bar, sempre vicinissimo all’ostello per fare ovviamente il minor numero di passi possibili e rientriamo abbondantemente dopo le 22 in ostello. Fortunatamente, siccome a quell’ora gli ostelli chiudono, mentre ci avviciniamo dei ragazzi escono a fumare per cui non abbiamo difficoltà a rientrare in camerata.

Domani ultimo giorno, Rita partirà alle 4:30 del mattino per poter prendere la messa delle 10 in italiano in cattedrale. Lorenzo partirà alla stessa ora, per poter salutare per l’ultima volta la ragazza di Tenerife, mentre io Stefano ed Emma ce la prendiamo comoda: non abbiamo orari in testa per l’ultimo nostro giorno di cammino insieme..

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