GrossOnTour

DAY #4: Castelsardo > Stintino 95km

Mi sveglia il vociare di due pescatori alle sei precise della mattina. La luna è ancora alta nel cielo ad illuminare a giorno tutta la spiaggia. Mi crogiolo ancora un po’ nel sacco a pelo, finchè non è ora di partire.

Il dolore alle ginocchia ancora non è sparito, mi fermo nuovamente per regolarmi il sellino, sperando sia l’ultima volta. Poco prima dello strappo per rientrare sulla strada principale trovo una fontana, e ne approfitto per ricaricarmi d’acqua. Da qui alla statale spingo la bicicletta perché sui pedali manco a parlarne.

Riprendo svogliatamente questa strada, che è ancora una dolce discesa fino a Castelsardo dove, chiaramente, mi tocca forzare nuovamente in salita per raggiungere il centro. Anche questa cittadina è molto viva e trafficata: un via vai di gente in ogni direzione mi fa capire che non è una zona prettamente turistica ma piuttosto residenziale.

Poco al di fuori della città sei chilometri di strada in rifacimento mi fanno ballare come se fossi stato morso da una tarantola. Viaggio però a costante contatto con il mare, e la sola vista mi fa sentire meno la fatica di questi giorni. Intorno a mezzogiorno mi fermo per caso all’imbocco di una stradina e, controllando la direzione, scopro che arriva dirimpetto in spiaggia. Ne approfitto per fermarmi a mangiare, il solito pane, salame e pecorino. Mi fermo poco, perché ho imparato la lezione di ieri.
Solo tre macchine di tre relativi sub sono presenti. Per il resto la spiaggia ed il mare sono deserti. Ad un certo punto, mentre mi sto rifocillando una coppia arriva a piedi per fare una passeggiata lungo la costa.
Spariti in lontananza continuo ad osservare i vari movimenti dei subacquei.

Il primo sub che esce porta con se almeno due calamari in una mano, ed il fucile da pesca subacquea nell’altra. Intuisco perciò che questa deve essere una buona zona di pesca, probabilmente poco conosciuta. La spiaggia è praticamente inesistente, ma l’acqua del mare è cristallina, se possibile ancora più di ieri.
Il secondo sub esce dopo meno di mezz’ora con un retino di pescato che però non riesco a decifrare cosa fosse.
Solo il terzo sub continua imperterrito, man mano allontanandosi dalla riva e dalla vista.

Dopo poco ecco rispuntare la coppia, di rientro dalla passeggiata. Qui la coppia “si scoppia” in quanto il ragazzo entra in acqua per nuotare mentre la ragazza rientra verso, presumo, l’abitazione.
E qui per puro caso, stavo preparandomi per fare qualche ripresa aerea, ed ho la fortuna di riprendere il nuotatore nel bel mezzo di quest’acqua azzurra e limpida. Il ragazzo si ferma qualche istante incuriosito dal rumore, ed appurato essere un drone riprende a nuotare.

Nel riprepararmi per riprendere a pedalare noto che il nuotatore sta per uscire dall’acqua ed aspetto qualche istante per chiedergli se potrò utilizzare le riprese fatte con lui al centro della scena. Per motivi di privacy infatti, potrebbe tranquillamente rifiutarsi ed io se proprio volessi utilizzarle, dovrei assicurarmi che il soggetto non possa essere in alcun modo riconoscibile.
Una volta rassicurato del fatto che potrò pubblicare le mie riprese, mi assicuro di avere un recapito al quale mandarle a fine tour.
In cambio ricevo qualche dritta per il prosieguo del mio giro in bici. Innanzi tutto la rassicurazione che d’ora in avanti, sino a Porto Torres la strada sarebbe stata dritta e meno faticosa. Dopodiché, alla mia specifica domanda se fosse meglio Sassari od Alghero (non avrei il tempo materiale per deviare su Sassari, ma se dovesse valerne davvero la pena potrei allungare la strada e sacrificare del tempo saltando, ad esempio Alghero) mi risponde:
– Guarda io sono nato e cresciuto a Sassari, ma ad essere sincero è sicuramente meglio Alghero con le sue mura fortificate sul mare.
Mi basta questo a convincermi, non farò deviazione su Sassari ma da Porto Torres proseguirò dritto verso lo Stintino.
Oltretutto ricevo anche alcuni suggerimenti su dei buoni campeggi lungo il percorso.
Lo so, sono un ragazzo fortunato!

Dopo questa bella conversazione, riparto ben disposto verso Porto Torres. Dopo la spianata, una bella pista ciclabile all’ombra di una pineta mi accompagna fino al limitare della città. Lungo il percorso incrocio un paio di volte un motociclista in viaggio che mi saluta amabilmente con la mano superandomi.
Mi fermo in uno sbocco sul mare in cerca di acqua, e quando la trovo chiedo ai frequentatori del posto se fosse potabile. Una ragazza appena discesa da un camper di passaggio, al sentire la mia domanda mi dice per tutta risposta:
– Io l’ho assaggiata e fa abbastanza schifo!
Rido di gusto e la ringrazio, non sono del tutto a corto di acqua, ed a questo punto aspetto a fare rifornimento.

Proseguo spedito verso la città di Porto Torres dove per la prima volta trovo una spiaggia libera dotata di doccia. Non posso esimermi dunque dal farmi due belle docce rinfrescanti, e fermarmi qualche minuto a contemplare tutta la gente ammassata in quel piccolo spicchio di terra.

Esco a fatica da Porto Torres per via delle sue strade arzigogolate, ma imbocco un bella strada secondaria per Stintino, anziché quella a scorrimento veloce. Qui vengo superato da innumerevoli ciclisti. E’ una bella strada di campagna, talmente tanto bella che poco dopo uno sparo, da dietro ad un arbusto, vedo uscire due cacciatori in mimetica e con i fucili in spalla.

Continuo tutto sommato tranquillamente fino a Pozzo San Nicola. Qua il mio percorso si ricongiunge con la strada principale per Stintino, e di conseguenza aumenta (anche se di poco) l’intensità del traffico. Accendo tutte le luci, anche se noto ancora una volta un certo rispetto nei miei confronti. Le macchine mi lasciano sempre il giusto spazio nel superarmi.

Arrivo poco prima di Stintino, presso la spiaggia “La Pazzona” che avevo già adocchiato come un buon punto per passare la notte. Noto con piacere che ci sono diversi camper ancora posteggiati, e deduco che almeno una parte di questi spenderà la notte qui. Entro nel parcheggio a cavallo della mia “Xena” e chiedo al primo camperista che incontro se avesse intenzione di dormire qua. Mi risponde che a breve pensava di muoversi più avanti, ma che probabilmente qualcuno qua aveva già dormito.
Il ragazzo successivo invece mi dice che non ci sono problemi a dormire qua. Infatti, nonostante i divieti di campeggio sul tutto il comune, se non appoggi nulla per terra, con il camper sipuò rimanere. E’ già una buona notizia per me, vuol dire che se i camper si fermano, la zona è tutto sommato tranquilla.

Il ragazzo mi dice che se non trovo un riparo per la notte, posso tranquillamente accamparmi di fianco al suo camper, al riparo dalla strada.
Lo ringrazio molto per l’offerta, ma il fondo è composto da grosse pietre bianche: un pò scomodo per dormirci sopra.
Mi da comunque due buone dritte su campeggi nei quali fermarmi e posti che assolutamente dovrò andare a vedere, per cui tiro fuori il telefono e mi segno parola per parola tutto quello che mi dice.
Lo ringrazio di cuore ed avanzo per cercare un posto più adeguato. Il sole sta calando ed è quasi ora di iniziare a sistemarsi.
Proseguo ancora un pò verso sud, e noto una duna che forse fa al caso mio. Un camper ed una macchina sono fermi qua vicino, ma tira troppa aria per poter provare a cucinare qualcosa. Seduto su una lunghissima distesa di sabbia bianca come la neve e ammirando il perpetuo infrangersi delle onde sulla banchina, mangio qualcosa al volo e decido di andare avanti alla ricerca di un posto migliore.

Supero un’altra grande area sosta camper, ce ne saranno circa una ventina e quasi tutti hanno fuori tavolini o sedie. Si vede che essendo più lontani dalla vista si sentono più tranquilli. Provo a vedere cosa c’è dietro e, finalmente, trovo il posto perfetto.
Un cielo stellato da paura mi accompagna dolcemente nelle braccia di Morfeo.

Succ Articolo

Precedente Articolo

Lascia un commento

© 2024 GrossOnTour

Tema di Stefano Grosso