Mi sveglio come al solito preso ma prima delle otto non posso lasciare il camping. Mi rivesto lentamente, e smonto tutto. Prendo un po’ d’acqua e prima di ripartire chiedo al ragazzo in bici di fianco a me da dove venisse e dove fosse diretto. Abbiamo la stessa meta per oggi, e lo saluto dicendogli che forse ci saremmo visti più tardi.
Esco dal campeggio e riprendo una poco trafficata statale 125, in direzione Olbia. Procedo tutto sommato spedito, facilitato dal fatto che i dislivelli non sono molti.
Ad un certo punto, sulla mia destra, noto un gregge di pecore in mezzo alla strada, che costringono alcuni automobilisti a procedere a passo d’uomo. Mi butto al seguito per filmare questo avvenimento, del tutto inusuale dalle mie parti.
Faccio colazione e riparto, sempre sulla statale, finché in lontananza non vedo una sagoma di quella che sembra un cicloviaggiatore.
Mi fermo a fare qualche foto e vengo superato dal ciclista conosciuto questa mattina in campeggio.
Riprendo a pedalare in scia e, complice il traffico del paesello che stiamo attraversando, scambiamo qualche parola. E’ un ragazzo toscano, qui da tre giorni, e sta andando verso il nord dell’isola. Abbiamo a come obiettivo odierno lo stesso campeggio, e ci diamo appuntamento più tardi, siccome lui deve ancora fermarsi per fare colazione.
Risalgo in sella in solitaria, e solo una salita di poca difficoltà mi separa dalla città di San Teodoro, la meta di oggi.
Mi perdo per le viuzze del centro, finché non raggiungo ancora prima di pranzo il campeggio.
Scelgo la piazzola, monto tutto e mi dedico ad aggiornare il blog sorseggiando la solita Ichnusa da 66cl.
Pranzo con l’ultima pasta al tonno prima di mettermi a rosolare sotto il sole, su di una spiaggia invasa dalle alghe ma con un acqua cristallina da paura.
Poco prima del tramonto ho anche la fortuna di poter ammirare un addestratore di cani da salvataggio, impegnato ad educare tre magnifici Labrador neri, che giocano e si rincorrono per mezza spiaggia nonostante gli sforzi degli educatori di mantenere viva la loro attenzione sui giochi educativi in acqua.
Alla fine, stremati dagli esercizi e dalle lunghe corse in spiaggia, si adagiano sulla sabbia – con la lingua di fuori – per non muoversi più finché i rispettivi padroni non li recuperano di peso per riportarli a casa.