La sveglia suona finalmente ad un orario decente. Preparo l’unica borsa che ho staccato dalla bici mentre sento che anche i miei host si sono svegliati.
Elisa e Lorenzo sono dei padroni di casa eccezionali. A parte il buon gusto nell’arredo che ieri sera – complice la stanchezza – non ho potuto notare hanno anche un ottimo pollice verde. La casa infatti è costellata da moltissime piante di ogni tipo, e rende l’ambiente davvero molto accogliente.
La colazione trascorre piacevolmente tra una domanda e l’altra di Lorenzo, curioso di conoscere il dietro le quinte del lavoro che svolgo. E’ infatti un appassionato di calcio, e mi intrattiene per alcuni minuti con le sue curiosità legate a questo mondo.
Rifornite le bottiglie d’acqua riparto in direzione Schio. Questo pomeriggio ad attendermi nella sua dimora, c’è il mitico Dino Lanzaretti. I chilometri sono parecchi per cui non posso concedermi molte soste. La prima è di fronte ad una panetteria dove acquisto un po’ di focaccia e la mangio in piedi davanti alla vetrina.
Riprendo a pedalare sempre sulla strada, sempre con le auto che scorrono al mio fianco. Ieri sera sono riuscito a ricaricare tutto l’equipaggiamento, per cui non avrò problemi anche nel caso debba pedalare con il buio. Arrivo da Dino trafelato, dopo 94 chilometri in pianura e sotto un sole cocente.
Davanti ad una birra gelata chiacchieriamo un po’ di tutto, anche se l’argomento principale resta, ovviamente, il viaggio in bicicletta. Dopo più di un’ora mi rimetto in sella, direzione Rifugio Balasso dove Dino mi suggerisce di fermarmi a mangiare. Ci sono ancora circa trenta chilometri, tutti in salita e dubito fortemente di potercela fare.
Mi metto a pedalare di buon ritmo, su una strada che inizialmente è abbastanza trafficata ma che con il passare del tempo e il calar del buio inizia ad essere molto più vivibile.
Nei pressi di Torrebelvicino capisco di non avere la benché minima speranza di raggiungere il rifugio. Pochi chilometri dopo, a Valli del Pasubio, inizio forsennatamente a sperare di trovare un buon posto dove piantare la tenda.
Ma solo nella frazione di Sant’Antonio trovo, lungo un sentiero di montagna, il luogo ideale per accamparmi per la notte. Un fiumiciattolo – lo stesso dal quale viene imbottigliata l’acqua Norda – scorre lì vicino e mi da acqua sufficiente per una bella doccia.
Mentre monto il campo metto su l’acqua per la pasta, e tra un picchetto e l’altro controllo che l’acqua non vada sul fuoco, mescolando di tanto in tanto. Questa sera, come da tradizione, un’ottima pasta aglio, olio e peperoncino mi rifocilla abbondantemente, prima di mettermi a letto.
La sera tardi solo un corridore notturno, dotato di frontalino in testa, mi desterà per qualche secondo.
Altrimenti la notte passa molto tranquilla, con lo scroscio dell’acqua come rumore di sottofondo per conciliare il sonno.
17 Settembre 2021