VIAGGIARE DOPO IL CORONAVIRUS (COVID-19)
Ha bloccato il mondo intero. Quando pensavamo che in Italia non avremmo corso nessun rischio e stavamo con poca apprensione ed un pò di menefreghismo ammirando ciò che succedeva nella repubblica popolare Cinese, in Italia si stava già diffondendo il virus divenuto poi tristemente famoso con il nome di Covid-19.
Come te, avevo più di un viaggio in programma. Ne avevo come minimo due. Uno era già completamente organizzato (e pagato). Consisteva nell’addio al celibato del mio migliore amico. Un viaggio di dieci persone, studiato nei minimi dettagli a Porto.
L’altro sarebbe stata la mia vacanza estiva. Un altro viaggio in bicicletta, partenza da Milano, con tappa a Medjugorje, attraversando Slovenia, Croazia e Bosnia. Per poi continuare verso sud toccando il Montenegro e concludere a Tirana. Da Durazzo avrei attraversato il Mar Adriatico in nave e sarei rientrato con il treno a Milano.
Un viaggio di circa 1’500 chilometri in bici, 16 ore di traghetto e 6 ore di treno (salvo ritardi).
IN PELLEGRINAGGIO A MEDJUGORJE
Chiaramente, una volta scoppiato questo putiferio, ho abbandonato tutto. Mi sono premurato di avviare le richieste per il rimborso dei voli aerei, ed ho accantonato l’idea della vacanza, anche perché buona parte delle ferie le ho usate in questo periodo di quarantena, non avendo potuto lavorare come al solito.
Passa un anno (dove opto per una vacanza più vicina sulle Dolomiti), ne passano due. Le restrizioni vengono meno, le frontiere riaprono. E’ giunta l’ora di mettere mano al questo vecchio progetto. Voglio fare questo viaggio fino a Medjugorje, lo voglio fare in bici, lo farò con la tenda, per cui inizio a progettare l’itinerario.
Delineo i dettagli giorno dopo giorno. Non avrò un mese di tempo, per cui sono costretto a limare i chilometri ed i giorni di viaggio. Tirando giù una bozza iniziale, da Milano al sud dell’Albania ci sono circa 2’200 chilometri, con 30’000 metri di dislivello: decisamente troppi.
Fisso la partenza da Venezia, per cui un breve tratto di avvicinamento in treno. Tolgo alcuni parchi naturali dall’itinerario, quelli che mi avrebbero portato un maggior dislivello, arrivando così ad un percorso di circa 2’000 chilometri, con ancora forse troppo dislivello, ma valuterò strada facendo.
Come ogni viaggio che si rispetti, parto dal sito della Farnesina – ViaggiareSicuri.it – per cercare le informazioni più rilevanti a proposito dei paesi che voglio attraversare. Se te lo sei perso, qui entro nel dettaglio di come si può pianificare un viaggio in bicicletta.
Con l’esperienza accumulata durante il mio personalissimo giro dell’Italia in bicicletta, sono abbastanza tranquillo di poter ripetere la splendida esperienza avuta. Le uniche mie preoccupazioni, come al solito, sono dal punto di vista fisico la necessità di allenamento. E per questo sto iniziando ad allenarmi con cadenza regolare: sto continuando ad andare a lavoro in bicicletta, percorrendo così circa 25 chilometri al giorno.
La seconda preoccupazione riguarda la bici, ma credo di poter partire decisamente più sollevato se, come l’ultima volta, provvederò a farle fare un bel check-up qualche giorno prima di partire. Per cui, alla fine, non c’é davvero molto di cui preoccuparsi, basta solo andare un attimo oltre i propri schemi mentali; il resto verrà da sé.
Ora non ci resta che aspettare per vedere come si evolverà la situazione. I Balcani mi aspettano!